Film e Floorball: The Swimsuit Issue
- Alessio Casamassima
- 24 giu
- Tempo di lettura: 6 min
Non ci crederai mai, ma adesso su Netflix c'è uno dei rari film (forse l'unico) in cui si gioca a floorball! Scopriamo insieme una divertente commedia svedese che parla con ironia di sport, amicizia maschile e tolleranza strizzando l'occhio a Full Monty
The Swimsuit Issue è un film del 2008 diretto da Måns Herngren qui la scheda IMDb.
Il film lo puoi guardare in lingua originale con sottotitoli in italiano ed è una produzione svedese-tedesca che racconta la particolare storia di un gruppo di ex giocatori di floorball che dopo un addio al celibato particolarmente eccentrico, decide di fondare un team maschile di nuoto sincronizzato per partecipare ai Campionati del Mondo a Berlino. Il titolo originale è Allt Flyter e gioca sul doppio significato in svedese di "Tutto scorre" e "Tutti galleggiano". Sul web è reperibile anche una copia fisica in dvd della versione tedesca, dal titolo decisamente più didascalico di Männer im Wasser ("Uomini in acqua").

Cominciamo subito con il dire una cosa: in questo film si gioca a floorball, ma non è un film sul floorball. Infatti, l'Innebandy (come giustamente viene chiamato dai protagonisti svenska) è solo il pretesto narrativo per dare il via alla trama che poi prenderà una strada del tutto diversa e costituita da situazioni imbarazzanti, allenamenti condivisi con una squadra di sub e un'esibizione al Gay Pride. Insomma in questo film di quasi un'ora e 40 minuti del floorball c'è poco, se non cinque pallidi e pelosi svedesi in costumi da bagno rossi da donna. Ma proviamo comunque a vedere se c'è almeno una pallina con 26 fori.
In Svezia si gioca il "Floorball del Giovedì"
Il film parte benissimo. Quando ancora i titoli di testa si alternano alle prime inquadrature ecco che ci troviamo catapultati in una piccola palestra di una non precisata città della Svezia. Intravediamo le sponde e 2 porte da unihockey con addirittura la silhouette di un portiere. Ci siamo, quello che stiamo vedendo è un "rink" attrezzato di tutto punto e che a breve ospiterà un allenamento di una squadra di floorball. Alla spicciolata arrivano uno dopo l'altro gli "atleti": sono tutti sulla quarantina, chi ancora abbastanza tonico, chi invece ha bisogno di fasciatura elastica al ginocchio, ma tutti con maglia di allenamento coordinata (e quasi subito "pezzata") e tanta voglia di correre. Se non fosse per le inconfondibili stecche Salming, l'atmosfera che traspare dai primi minuti del film e molto più familiare per noi sarebbe quella di un "Calcetto del Giovedì", il rito laico in cui ogni settimana 10 maschi diversamente giovani mettono a rischio articolazioni e amicizie per un momento effimero di gloria. Per uno spettatore italiano fa stranissimo vedere come a quelle latitudini l'innebanndy sia considerato uno sport da "dopo lavoristi", capace di motivare gli adulti anche al di fuori dei tornei agonistici. Qui invece, a parte Campionati e Tornei ufficiali, il floorball viene relegato a passatempo scolastico, spesso utilizzato dai prof come surrogato del calcio, e cosa che fa più male, nemmeno insegnato come uno sport vero e proprio. In Svezia possiamo dire invece che è considerato al pari del basket o del calcio a 5.

Le Vecchie Glorie Svenska che non mollano mai
I titoli di testa continuano e iniziamo a vedere in campo i primi scambi di pallina. Da subito si può notare che gli "svenska" anche se fuori forma, non sono dei giocatori occasionali. Infatti, si scoprirà poi che sono tutti ex giocatori professionisti (in Svezia il professionismo nel floorball è una realtà ndr) e che facevano parte di una delle più antiche squadre svedesi arrivata nel 1985 a contendersi il bronzo ai campionati nazionali.
L'essere uno sportivo vero è uno dei temi meno evidenti, ma alla fine uno dei più importanti del film. Questi quarantenni pieni di acciacchi e di problemi al lavoro o in famiglia, sono stati pur sempre degli sportivi professionisti che ora affrontano la loro vita in funzione di una carriera passata. Quando dopo pochi scambi capiscono che dovranno per sempre lasciare il loro campo da allenamento alla squadra femminile di floorball, il loro primo istinto infatti è quello di "giocarsi" la palestra in una partita secca: chi vince tiene il campo. Ovviamente, gli svenska non possono nulla contro le giovani ragazze della squadra locale e rimediano una sonora sconfitta con tanto di giocatore portato fuori a spalla per infortunio al ginocchio, finale scontato di ogni "giovedì da calcetto" che si rispetti.

Ed è qui che comincia la vera storia. Non potersi più allenare a floorball è il dramma sportivo che rivoluziona le loro vite e solo mettendosi alla prova in un altro sport potranno risollevarsi, proprio come solo un vero sportivo sa fare.
Il film su un team di Floorball ma non sul Floorball
La brevissima partita tra vecchie glorie e giovani promesse è allo stesso tempo l'inizio vero del film e anche l'ultima volta che si vedrà il floorball. La parola Innebandy rimarrà comunque una piacevole costante nei dialoghi e qualche riferimento al floorball apparirà qua e là: allenamenti di nuoto mascherati da quelli di floorball e le tute della vecchia squadra saranno riutilizzate per il neonato gruppo di nuotatori.
L'etica sportiva, quella invece, rimarrà. Dopo essere rimasti senza palestra, gli svenska, organizzano in piscina un addio al celibato alquanto particolare: tra birra e musica improvvisano una dimostrazione in costumi da bagno femminili di nuoto sincronizzato, sport praticato dalla figlia di Fredrik, il personaggio intorno al quale gira la storia. La performance, riproposta poi in video durante il matrimonio, diventa virale tanto da far ottenere agli svenska un vero ingaggio a una festa privata. Ed è qui che gli atleti ritornano in pista, o meglio in vasca. Per un atleta, lo sport non è né un gioco né tantomeno una goliardata. E così gli amici si preparano così seriamente per lo spettacolo che alla fine questo risulterà fin troppo professionale: la mancanza di comicità crea solo imbarazzo nel pubblico, ma nella testa di Fredrik qualcosa è cambiato. Adesso sa che i professionisti rimangono professionisti, anche senza il floorball e con qualche chilo di troppo in più. Basta trovare una piscina e allenarsi come una volta, puntando a diventare la prima squadra svedese di nuoto sincronizzato maschile.
Il nuoto sincronizzato un tempo era uno sport maschile e alle donne è stato permesso di parteciparvi solo negli anni '40. Nel 2024 in occasione delle Olimpiadi a Parigi è stato poi consentito di nuovo anche agli uomini di iscriversi a questa disciplina: nessun atleta però si è iscritto.
Un Full Monty in costume da bagno e stringinaso
Questa in breve è la primissima parte del film. Abbiamo deciso di fermarci qui con il racconto per non rovinarvi la visione di una pellicola leggera e godibile che a tratti vi farà anche un po' emozionare. Nel corso della storia, che porterà gli svenska ad allenarsi sempre più seriamente con l'obiettivo di partecipare ai mondiali di specialità a Berlino, verranno infatti toccati temi decisamente più profondi di quelli strettamente legati allo sport. Tematiche legate all'attualità come per esempio la discriminazione e all'intolleranza, o più classiche come la disoccupazione e la mancanza di comunicazione tra un padre e una figlia. Come in Full Monty, dove lo spogliarello maschile diventa un modo per raccontare le contraddizioni della società, ribaltando il punto di vista e mettendo al centro dei pregiudizi chi di solito se ne serve, così in The Swimsuit Issue, il nuoto sincronizzato è l'occasione per svelare l'ipocrisia della gente: perché degli uomini 40enni non possono fare uno sport prettamente femminile? Insomma, come in pellicole più famose come Dream Team (2012) o Chi Segna Vince (2023), ancora una volta lo sport offre un palcoscenico perfetto per delle favole mai banali di riscatto e inclusività.

Prima di concludere, occorre però chiarire che The Swimsuit Issue non è né un capolavoro del genere né tantomeno un film da buttare nell'indifferenziato. Il suo difetto più grande è che "non spinge" mai sull'acceleratore: il tono rimane quasi sempre un po' troppo serio, molto scandinavo e poco hollywoodiano, e non c'è mai una battuta che ti fa ribaltare dalla poltrona.
Sono le situazioni ad essere divertenti (piedi lisci nuovo must dell'estate ndr) e non i protagonisti: forse perché alla fine questi svenska non sono dei veri perdenti o dei simpatici disperati come in Full Monty. Pur senza essere un film con trovate ridicole o al limite dell'assurdo, The Swimsuit Issue è comunque piacevole ed è sempre divertente guardare uomini pallidi e pelosi che dopo una partita di floorball si tuffano in "sincro" in una piscina.
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